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La Prima Opera Autonoma di Gian Lorenzo Bernini riemerge a Jouy-en-Josas

Lo storico dell’arte Maichol Clemente ha portato alla luce una scoperta straordinaria: un “San Sebastiano”, opera giovanile di Gian Lorenzo Bernini, commissionata nel 1618 dal cardinale Pietro Aldobrandini. La scultura, che si trovava originariamente a Roma, è riemersa in una piccola chiesa di Jouy-en-Josas, un paesino vicino a Versailles, dove è attestata dal 1836. Clemente, durante un progetto finanziato da Venetian Heritage, ha iniziato la sua indagine a seguito della lettura di alcuni articoli su Pierre Puget, che menzionavano un “San Sebastiano” in questa chiesa. Spinto dalla curiosità, Clemente ha approfondito la questione fino a identificare il legame con Bernini.

Un articolo pubblicato nel 2001 sul “Bollettino d’Arte” da Laura Testa ha fornito a Clemente una traccia fondamentale: i documenti attestano la richiesta di Aldobrandini a Bernini per una statua raffigurante San Sebastiano. Il ritrovamento di questo documento ha segnato un punto di svolta nella ricerca. La scultura descritta, di marmo, alta otto palmi e con un piedistallo di legno bianco e dorato, corrisponde quasi perfettamente al “San Sebastiano” custodito nella chiesa di Saint Martin a Jouy-en-Josas.

Le indagini di Clemente in Italia e in Francia hanno portato a ricostruire il probabile percorso della scultura, che, dopo essere stata inventariata a Roma fino al 1710, è scomparsa, forse a causa di intricate questioni ereditarie che coinvolsero famiglie illustri come gli Aldobrandini, i Borghese e i Pamphilj. In Francia, però, parte dell’archivio della parrocchia di Jouy-en-Josas è andato perduto, rendendo difficile tracciare con precisione l’ingresso della statua nella chiesa. La prima attestazione certa risale al 1836, quando il parroco tentò di venderla.

Un elemento cruciale per confermare l’attribuzione a Bernini è stata una nuova campagna fotografica, condotta da Mauro Magliani, che ha documentato l’opera con immagini di alta qualità, colmando la mancanza di documentazione visiva adeguata. Clemente ha lavorato con Magliani per ritrarre la scultura da diversi punti di vista e con la giusta illuminazione, rivelando dettagli importanti per lo studio.

La scoperta del “San Sebastiano” segna un momento significativo nella carriera di Bernini, posizionandosi tra le sue prime opere autonome, come “l’Enea e Anchise” della Galleria Borghese, e riflette il passaggio dall’apprendistato sotto il padre Pietro alla piena autonomia artistica. L’opera mostra già quelle caratteristiche di pathos e sensualità che caratterizzeranno le future creazioni del maestro.

Questa scoperta sarà al centro del progetto editoriale “Roma 1618. Gian Lorenzo Bernini e il San Sebastiano Aldobrandini”, che verrà presentato in anteprima alla XXXIII Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze, a Palazzo Corsini. Il progetto sarà successivamente pubblicato in un libro dalla casa editrice DARTE, arricchito da approfondimenti storico-artistici e dalle fotografie della campagna realizzata da Magliani. Questo volume rappresenterà una risorsa fondamentale per studiosi e appassionati dell’arte di Bernini, gettando nuova luce sulla sua giovinezza attraverso questa inedita opera da lui realizzata.

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