George Tatge
"Quasi tutte le immagini sono state scattate su pellicola con un banco ottico Deardoff. Penso sia fondamentale per capire il mio modus operandi: la lentezza meditativa, la selettività, la composizione “irrazionale” sul vetro smerigliato, con l’immagine capovolta che costringe il fotografo a studiarla da un punto di vista puramente compositivo."
George Tatge è nato a Istanbul nel 1951 da madre italiana e padre americano. Ha trascorso l’adolescenza tra l’Europa ed il Medio Oriente prima di trasferirsi negli Stati Uniti. Laureato in letteratura inglese, incominciò a studiare la fotografia con l’ungherese Michael Simon. Si trasferì in Italia nel 1973, lavorando prima a Roma come giornalista e quindi a Todi, dove ha scelto di vivere per dodici anni, scrivendo per Art Forum e altri, e portando avanti le sue ricerche fotografiche. La sua prima mostra in Italia è stata alla Galleria Il Diaframma di Milano nel 1973. Il primo libro, Perugia terra vecchia terra nuova, uscì nel 1981. Da allora ha presentato mostre in America ed in Europa e le sue opere fanno parte di collezioni tra cui quella del Metropolitan Museum di New York, del George Eastman House di Rochester, del Houston Museum of Fine Arts, del Centre Canadien d’ArchItecture a Montreal, del Helmut Gernsheim Collection a Mannheim e della Maison Européenne de la Photographie di Parigi. Dal 1986 a 2003 è stato dirigente tecnico-fotografico della Fratelli Alinari di Firenze. Tra le mostre più importanti: The American Academy a Roma nel 1981 (solo), il MASP di Sao Paulo, Brasile nel 1988 (solo), la Biennale di Venezia nel 1995, il Museo Peggy Guggenheim di Venezia nel 2005, il Reiss-Engelhorn Museum a Mannheim nel 2003, The George Eastman House a Rochester nel 2004, e il MAXXI di Roma nel 2007. La sua mostra personale “Presenze-Paesaggi italiani” aprì a Villa Bardini di Firenze nel 2008 e ha viaggiato in altre cinque città. Nel 2010 è stato assegnato il Premio Friuli Venezia Giulia per la Fotografia. Era tra i 35 fotografi stranieri scelti per la mostra sull’Italia a Palazzo della Ragione di Milano nel 2015, intitolata “Henri Cartier-Bresson e gli altri”. La sua mostra Italia metafisica, ha aperto a Firenze nel 2015 prima di girare l’Italia. Il catalogo, edito da Contrasto, ha vinto un premio IPA della Lucie Foundation di N.Y. nel 2015 e il Premio Ernest Hemingway 2016 di Lignano Sabbiadoro. Nel 2019 ha avuto due grandi mostre personali, Luci di Livorno al Museo della Città di Livorno e Il Colore del Caso, a Palazzo Fabroni di Pistoia dal 29 novembre al 15 marzo 2020, le sue prime mostre di immagini a colori. La maggioranza delle sue immagini sono fatte con un banco ottico 13x18cm Deardorff. Vive a Firenze.