PAESAGGI SENZA TEMPO
Il viaggio che George Tatge intraprende alla scoperta del territorio italiano va sotto il segno di un’analisi che è insieme lirica e impietosa, curiosa e lucida, sempre sorprendente anche quando affronta soggetti e temi all’apparenza noti, ai limiti dell’ovvietà. La scansione di questa partitura è immediatamente leggibile, si tratta di una progressione – di carattere quasi narrativo – dalla purezza alla contaminazione, dal predominio della natura alla compresenza di natura e artefatto, dall’assenza alla presenza dell’uomo attraverso i suoi segni. L’uomo esiste, in effetti, solo attraverso le tracce che ha lasciato nello spazio naturale, attraverso i mutamenti che gli ha imposto, attraverso l’impronta del proprio passaggio su di una terra che, peraltro, continua la sua vita, si evolve, quasi incurante di questa presenza, talvolta così violentemente ingombrante.