Ci sono persone che gli incroci del destino pongono davanti a sfide pesanti, e così è stato per Rosanna Cioffi: negli anni Novanta del secolo scorso è stata chiamata a fondare quella che si chiamava una facoltà universitaria – e che oggi si chiama Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell’Università degli Studi della Campania ‘Luigi Vanvitelli’ – ma ha continuato ad essere una storica dell’arte che faceva ricerca, pubblicava saggi, promuoveva progetti, laureava e addottorava allievi. Costruire un dipartimento universitario che oggi è un’eccellenza della ricerca in Italia e che vanta accordi internazionali con un bel numero di atenei stranieri, non una scommessa che potesse essere vinta da soli, e altri colleghi hanno condiviso il percorso avviato da Rosanna. Ma oggi celebriamo lei, quel che ha iniziato, quel che ha realizzato, e anche il modo in cui ha affrontato un quarto di secolo di lavoro quotidiano complicato, infinito, con una caparbietà che pochi potrebbero vantare. Quel che ha realizzato Rosanna è stato ispirato da una visione talmente ampia da aver lasciato un segno anche nelle istituzioni italiane della categoria degli storici e dei critici d’arte, in anni difficilissimi per la cultura italiana e forse ancor più per il nostro settore. Non vogliamo cadere nell’intonazione di un peana, e perciò lasciamo qui alla descrizione della carriera e degli studi di Rosanna una più meditata comprensione del suo percorso. Infine: anche nei momenti pi duri – e ce ne sono stati, in una storia così lunga! – Rosanna ha costantemente mantenuto un equilibrio, ha sempre tentato di trovare un compromesso civile, ispirato da uno spessore umano che in altri si assottigliava quando c’era da prendere decisioni controverse e magari anche conflittuali. Se tanti colleghi, amici studiosi e anche ricercatori ed ex allievi si sono uniti nel contribuire al volume che abbiamo messo insieme non dipende solo da questa visione, da questo equilibrio, ma anche dal fatto che nel suo ambito di studi Rosanna ha scritto pagine ineludibili e ha indicato percorsi di lavoro che dopo le sue aperture non si sono mai interrotti. E dunque, se si è parte di una comunità, quest’ultima risponde sempre quando il fuoco dell’attenzione si concentra su una delle sue migliori esponenti.
L’officina dello sguardo
20.00€Spolia, reimpiego, restauro nella scultura del Quattrocento toscano
Il saggio indaga alcuni esempi di spolia, reimpiego e restauro nella scultura del Quattrocento tra Firenze, Lucca, Pisa, Rimini e Perugia un’attività non marginale nelle botteghe degli scultori che riguardò le opere di committenza laica e religiosa. Oltre i casi noti di Mino da Fiesole e Verrocchio, questo scritto, attraverso l’analisi di alcune opere sulle quali intervennero, impiegando materiali di spolia o restaurandole, Donatello, Buggiano, Andrea Guardi, Agostino di Duccio, Leonardo del Tasso, Francesco di Valdambrino e Matteo Civitali, permette di acquisire un profilo su una pratica operativa connessa alla rilavorazione dell’‘antico’ e all’aggiornamento liturgico o civico-simbolico delle sculture: aspetti che assieme al tema della conservazione delle opere si intersecano con le tecniche artistiche, la storia della committenza e del collezionismo.
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